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The Great Lablache


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During the Golden Age of Italian opera, Luigi Lablache triumphed as one of the most admired and accomplished international superstars. Born in Naples in 1795, his unprecedented forty-five year singing career dominated the glorious bel canto period when opera flourished as the principal form of entertainment. Now his direct descendant, Clarissa Lablache Cheer, puts forth this remarkable and long overdue biography of Lablache – the first ever to be written in English. Page by page, Lablache’s extraordinary story unfolds as the author guides the reader through the hectic and glamorous era of Italian opera and European high society. We follow Lablache as he conquers the dazzling nineteenth century opera world, singing Rossini roles from Napoleon’s time, through the Romantic Age, to become the special favorite of the Victorians in hundreds of Donizetti and Bellini’s bel canto productions. A vocal Hercules, everything about him is larger-than-life: his huge size, powerful voice, good looks, dramatic flare, and irresistible humor and charm. The foremost bass of his time, he rules the stage from London to Vienna, from Paris to St. Petersburg. Notably, Britain’s Queen Victoria singles out Lablache to be her beloved singing teacher for 20 years. Garnered from rare unpublished family memorabilia as well as primary source material across Europe and America, this fascinating family saga does not end with Lablache. Herein the author also recounts how Lablache’s well-known descendents of opera singers and actors carve out their brilliant careers on the stages of Europe, New York and Hollywood.




Tasso's Dialogues


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Minima Moralia


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Written between 1944 and 1947, Minima Moralia is a collection of rich, lucid aphorisms and essays about life in modern capitalist society. Adorno casts his penetrating eye across society in mid-century America and finds a life deformed by capitalism. This is Adorno's theoretical and literary masterpiece and a classic of twentieth-century thought.




Il Sotteraneo della Morte


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La vicenda si svolge in Cina dal giugno 1900, periodo in cui è in atto la Rivolta dei boxer. 1. Le rovine di Khang-hi. Il mandarino Ping-Ciao e il manciù Sum, ufficiale della guardia imperiale, si recano alle rovine di Khang-hi, dove si svolgerà una riunione del Giglio azzurro, società segreta che appoggia il movimento dei boxer, che vogliono distruggere gli occidentali e scacciare dalla Cina cristiani ed europei. Ping-Ciao odia in particolare un prete, il missionario padre Giorgio, che accusa di avere convertito al cattolicesimo suo figlio Wang. 2. Il capo del Giglio azzurro. Alla riunione assiste anche il quindicenne Sheng, guardiano delle rovine. Egli però è anche al servizio del diciottenne Enrico Muscardo, figlio dell'imprenditore ed ex bersagliere Roberto, fratello di padre Giorgio, in Cina per affari al seguito del missionario. Sheng corre ad avvertire Enrico che un imminente pericolo minaccia lui e la sua famiglia. 3. Il missionario. Sheng ed Enrico giungono a Ming, piccolo villaggio roccaforte del cattolicesimo, ed avvertono del pericolo anche padre Giorgio. Roberto è fuori dal villaggio: si è recato a radunare alcuni operai. 4. La strage. Un numeroso gruppo di boxer, composto da cinesi feroci ma malvestiti e male armati, comandato da Ping-Ciao, che vuole catturare vivo padre Giorgio per torturarlo, fa irruzione nel villaggio, uccide molti abitanti e mette a fuoco le case. Padre Giorgio, Enrico, Sheng e pochi cinesi riescono a resistere barricati finché odono il ritorno di Roberto. 5. Il mandarino prigioniero. Roberto torna con alcuni operai italiani e un gruppo di cinesi: sono ben armati e riescono a mettere in fuga i boxer. Catturano casualmente Ping-Ciao, che prima di essere riconosciuto finge di essere a sua volta vittima dei boxer. Padre Giorgio, però, in nome degli insegnamenti del cristianesimo, decide di perdonarlo e lasciarlo libero. 6. L'agguato. Gli scampati alla strage fuggono dal villaggio per raggiungere il Canale Imperiale, sul quale intendono fuggire a bordo di alcune giunche. I boxer tendono loro un agguato, ma Roberto, forte della sua esperienza di bersagliere, organizza brillantemente la resistenza e giungono infine ad un fiume. 7. Il traditore. Prima che riescano a salire sulle barche sono ancora assaliti dai boxer, che uccidono tutti i cinesi del gruppo. Con gli occidentali resta il solo Sheng, a bordo di una sola barca. Fanno una sosta presso una casa abbandonata per procurarsi cibo (qui liberano un pazzo tenuto in una gabbia secondo l'uso cinese), poi si fermano per la notte sull'isolotto di un pescatore, che dapprima è diffidente, poi offre loro ospitalità. 8. Il fiume di fuoco. Ma il pescatore li tradisce: di notte, avverte i boxer, che, guidati ancora da Ping-Ciao, cercano di catturare i fuggitivi appiccando il fuoco alla vegetazione alle rive del fiume. Roberto Muscardo si avvede in tempo del pericolo, e riprendono la fuga riuscendo finalmente a raggiungere la giunca con la quale sperano di continuare la fuga con più tranquillità. 9. Sul Canale Imperiale. Con la giunca di Men-li, vecchio cinese convertito, cominciano a navigare verso Tientsin, dove sperano di trovare le truppe occidentali venute a combattere i boxer che stringono d'assedio a Pechino, senza che l'imperatrice riesca a contrastarli, le legazioni straniere. Lungo il Canale Imperiale incontrano barche messe a guardia da Ping-Ciao; Men-li finge di essere anch'egli al servizio del mandarino e inganna le guardie, ma poco dopo sentono approssimarsi altre barche dei boxer e non hanno altra scelta che affondare la giunca e rifugiarsi in una palude vicina. 10. La laguna della morte. Attraversano una putrida palude, detta "della morte" per le cattive esalazioni delle acque, e trovano riparo in un tempio buddistaabbandonato. Poco dopo sentono in lontananza i latrati del cane di Men-li, che il vecchio aveva abbandonato sulla giunca per non avere intralci nella fuga, e temono che li abbia seguiti aiutando i boxer a trovarli. 11. Il cane del pescatore. E infatti è proprio così: i boxer, sempre comandati da Ping-Ciao e da Sum, che odia gli europei perché uno di essi ha ucciso suo fratello, si sono fatti guidare dal cane, che poi hanno ucciso, e si apprestano ad assaltare il tempio. 12. La vittoria dei banditi. I boxer irrompono nel tempio e, nonostante la strenua difesa degli assediati, hanno la meglio: tutti rimangono uccisi, tranne Sheng, Enrico, Roberto e padre Giorgio, che Ping-Ciao fa catturare vivi per poterli torturare. 13. Il campo di Palikao. I prigionieri vengono condotti a Palikao, nel settentrione, ove si trova un grande campo di boxer. Sono chiusi in gabbie, tranne Roberto, che viene imprigionato in un pesante asse di legno detto kangue che gli stringe testa e polsi. Durante il cammino possono vedere Pechino in fiamme, in preda alla rivolta dei boxer. A Palikao, vengono condotti nel cosiddetto "campo della giustizia", in cui i cristiani vengono sottoposti ad orribili torture. 14. Il supplizio di pettini. Padre Giorgio è condannato al "supplizio di pettini" (che consiste nel far ondeggiare con una fune il condannato tra due file di denti aguzzi), ma prima che il supplizio cominci Ping-Ciao lo ferma. Egli vuole sapere dove si trova il figlio Wang, che non vede da quando si è convertito: gli dicono che è a Pechino (in realtà da due anni padre Giorgio non ha sue notizie), e Ping-Ciao decide che condurrà padre Giorgio a Pechino per cercare Wang. Gli altri resteranno al campo, dove, però, operano segretamente delle società, (la Croce gialla e la Croce di Pei-ho), che si occupano di mettere in fuga i cristiani prigionieri o di attenuare le loro sofferenze. 15. La fuga. Padre Giorgio parte con Ping-Ciao per Pechino. Gli altri riescono a liberarsi grazie al capo della Croce gialla che dà loro coltelli e intontisce le guardie con l'oppio. Poi vengono liberati anche dodici cinesi cristiani condannati a morire di fame. Ottenuti cavalli e abiti, si dirigono verso Pechino: fingono di essere boxer che hanno catturato dei cristiani, e riescono ad entrare in città, sconvolta dalla rivolta. 16. Gli orrori di Pechino. A Pechino prendono possesso di una ricca casa abbandonata, poi il giorno successivo si mettono in contatto con il gruppo locale dellaCroce gialla, il cui capo propone di far rientrare Wang dalla Mongolia, dove sa che è rifugiato, e di intraprendere qualche iniziativa nei quattro o cinque giorni che saranno necessari per il suo arrivo. Roberto ed Enrico hanno modo di vedere come Pechino, e in particolare le legazioni straniere, sono messe in pericolo dalla rivolta. 17. La caccia al mandarino. Approfittando del fatto che Ping-Ciao e Sum, in quanto contemporaneamente rappresentanti imperiali e alleati dei boxer, girano per la città, si decide di tendere loro un agguato nella casa di Ping-Ciao nella zona chiamata "mongola" di Pechino, destinata a stranieri e cinesi normali (mentre padre Giorgio è prigioniero nell'inespugnabile zona imperiale, detta città "tartara"): Sum viene catturato, ma Ping-Ciao riesce a fuggire. 18. La confessione di Sum. Sum, minacciato di morte, rivela che padre Giorgio è prigioniero in un sotterraneo della casa di Ping-Ciao, e che il giorno dopo le porte della città tartara saranno aperte, perché l'imperatrice è stata destituita dall'usurpatore Tuan, che riceverà i capi dei rivoltosi boxer per accordarsi con loro. Il capo della Croce gialla costringe Sum a firmare un lasciapassare, col quale Roberto, Enrico e quelli della setta entreranno nella città tartara per cercare di liberare padre Giorgio. 19. La prigione nera. Roberto, Enrico (sotto vesti cinesi) e gli affiliati della Croce gialla entrano nella città tartara e trovano la casa di Ping-Ciao, vi sono solo servi perché il padrone è impegnato nelle riunioni con i capi boxer. Fanno irruzione e costringono i servi a rivelare dove è nascosto padre Giorgio: egli si trova in un "carcere nero", un pozzo mezzo pieno di immondizie dove i condannati vengono calati e quasi lasciati morire di fame. Riescono a tirare fuori padre Giorgio ma è troppo tardi: appena estratto, il missionario, provato dalla fame e dalla prigionia, muore. In quel momento si ode giungere la guardia imperiale. 20. Rinchiusi nel sotterraneo. Ping-Ciao, avvertito della cattura di Sum, è accorso alla sua casa per accertarsi delle sorti del missionario: lo trova morto tra le braccia del fratello. Roberto, Enrico e gli affiliati della Croce gialla rimangono intrappolati nel sotterraneo dove si trovava il pozzo prigione di padre Giorgio: Ping-Ciao, che ormai dispera di riuscire a sapere dove si trova il figlio Wang, decide di eliminarli facendoli annegare. 21. La vendetta del gigante. Gli imprigionati tentano una disperata sortita, ma sono catturati. Il capo della Croce gialla, un uomo di statura gigantesca, riesce a nascondersi, esce all'improvviso, ferisce mortalmente Ping-Ciao e fugge. Gli altri stanno per essere fucilati, ma in quel momento giunge Wang: Ping-Ciao gli chiede perdono per avere ucciso padre Giorgio, ordina che Roberto, Enrico e gli altri non vengano fucilati, poi muore. Epilogo. Wang riesce a portare in salvo Roberto ed Enrico, evitando che finiscano vittime della rivolta che ancora impazza, così i due, con Sheng che li ha sempre seguiti fedelmente, possono imbarcarsi su una delle navi italiane giunte con le truppe occidentali per cercare di soffocare la rivolta dei boxer. (Fonte Wikipedia)




Belgium and the Holy See from Gregory XVI to Pius IX (1831-1859)


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The Roman orientation was the keystone of the religious revolution of the Catholic revival. New or renewed congregations, priests close to the people & militant laymen gave a decidedly social & activist turn to the faith. At this crossroad of religion & modernity, the papacy could all the more make its weight felt as the Belgian Constitution granted the clergy a unique liberty in relations with Rome. Over time, the Vatican would exert a powerful impact on the shape of modern politics in Belgium. The special relationship between Belgium & Rome was no one-way traffic. From a somewhat curious ecclesiastical court hopelessly entangled in the old spider web of the Papal States, the papacy became the institution we know today, the leader of a "modern" Catholic opinion. Belgium played a role of major importance in this transformation. The central theme of the book can therefore be defined as a process of mutual integration, if not acculturation, across the Alps.




Who's who in the West


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