Capitan tempesta


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Le avventure di una intrepida veneziana contro i turchi.




How Peripheral is the Periphery? Translating Portugal Back and Forth


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This volume is a result of the need to reflect upon Portugal’s position from the viewpoint of the literary assets imported and exported through translation. It brings together a number of scholars working in the field of Translation Studies directly concerned with the Portuguese cultural system in order to analyse this question from various theoretical perspectives and from case studies of translation flows and movements in Portuguese culture. By Translating Portugal Back and Forth, the articles discuss issues such as: how can one draw the borderline between a peripheral and a semi-peripheral system? Is this borderline useful or necessary? How peripheral is the Portuguese cultural system as far as translation transfers are concerned? How stable or pacific has this positioning been? Does the economic and historical perception of Portugal as peripheral entail that, from the viewpoint of translation, it would behave similarly? By addressing some of these questions, and as shown by the (second) subtitle – Essays in Honour of João Ferreira Duarte –, the volume pays homage to one of the most prominent Translation Studies scholars in Portugal, who has extensively reflected on the binary discourse on translation, its metaphors and images.




Colonialism and National Identity


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Until the latter part of the twentieth century, Italy’s colonial past was a largely neglected topic in historical studies. Before then, only a handful of historians had shown any inclination for rescuing it from the dusty shelves of history, to which it had been relegated. With a few exceptions – most notably Angelo Del Boca – not many had the courage to venture into such treacherous territory. Colonial studies experienced a resurgence at the start of the new millennium, with remarkable progress in the quantity and quality of research, along with the wider public’s newfound interest, as evidenced by an important conference held in Milan in 2006 and the large audience it attracted. This book addresses the relationship between national identity and colonial culture in Italy. The centrality of the construction of Otherness in the identity formation of the colonizer has been extensively reported, both in Europe and elsewhere, and the relevance of colonial heritage has also been attested. In Italy, however, this relationship has been neglected in existing historiography, and the colonial experience has traditionally been side-lined and marginalized. This volume is divided into several sections, each organized around an underlying theme. Within each theme, a broad array of topics and methodologies reflect the authors’ approach in analysing the role of colonialism in the process of Italian identity formation. The rather heterogeneous works contained in this book, which attest the vitality and complexity of the debate on Italian colonialism, are clustered around one central theme: the reconstruction of un-comfortable memories, and a past that will not pass – which overlap the challenging present circumstances of rigidity, racism and rejection. As such, this book is a work of critical reflection, assembled using varied resources and scientific tools in order to shed light on a common past that is still so near and vivid in the minds of Italians, but at the same time so denied, distorted and forgotten in the collective memory.




Emilio Salgari


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Who created the most famous Southeast Asian hero during the heyday of imperialism and colonialism? Who inaugurated with The Mysteries of the Black Jungle over a century long link uniting the Italian imaginary to the Indian one? Who envisioned the most celebrated interracial love stories of world literature, those between Sandokan, leader of the Tigers of Mompracem, and Marianna, the Pearl of Labuan, between Tremal-Naik, the Bengali snake catcher, and Ada, the Virgin of Kali’s temple at the time of the British Raj? Who defined the Caribbean as a symbolic trope of plunder and rebellion through the melancholic viewpoint of the Black Corsair and the forsaken love for his enemy’s daughter? Who created Yanez de Gomera, a most famous Portuguese hero, and the imperfect voice of white anti-colonialism? It was Italy’s great adventure novelist, Emilio Salgari (Verona, 1862 – Turin, 1911). From the Mahdi’s revolt in Sudan to the African slave trade, from the Philippine insurgency to the Mediterranean at war between Turks and Christians, and to ancient Egypt, Salgari’s breath-taking plots, together with his indigenous heroes and heroines in Vietnam, Thailand, Venezuela, Arctic Canada, the American Far West, the Chinese diaspora, deeply challenge canonical colonialist representations by contemporary Victorian authors like Conrad, Kipling, and Forster.







Il Leone di Damasco


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Proseguono le avventure di Capitan Tempesta, la bella e intrepida veneziana, acerrima nemica dei Turchi.




Il Libro di Mio Figlio


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Esordisce nel 1875 come scrittrice di novelle pubblicate in importanti riviste del tempo - il Pungolo, L'illustrazione italiana, il Marzocco - viaggiando ed entrando in contatto con Verga e Capuana, esponenti della corrente letteraria del Verismo, alla quale ella stessa aderì. Nel 1890 fu tra i fondatori della rivista Vita intima, che tuttavia cessò le pubblicazioni l'anno dopo. Negli ultimi anni Neera fu probabilmente colpita da un tumore che le impedì di scrivere - ma riuscì a dettare le sue memorie, Una giovinezza del secolo XIX, pubblicate postume nel 1919 - e la condusse alla morte nel 1918. Scrittrice prolifica e di successo, il tema dominante della sua narrativa è l’analisi della condizione femminile – della quale ella accetta il ruolo socialmente subordinato – limitandosi a rivendicare le ragioni del cuore e della sensibilità femminile a fronte della mediocrità della realtà quotidiana nella quale le protagoniste dei suoi romanzi finiscono per ripiegare. Fonte Wikipedia




L’ Impietratrice


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La sterminata erudizione dell’Imbriani, che nei romanzi è usata per sviare sardonicamente la narrazione, in questa “panzana”, tale è definita dall’autore, è usata per avviare invece la possibilità d’un diverso svolgimento storico, d’un’ucronia. Che il duca Valentino dopo la sconfitta in Italia sia morto in Spagna, è storia solo per chi conosce appena le fonti più note. Per chi come Imbriani è a conoscenza di tante rarità librarie, l’ultima parte di vita di Cesare Borgia ha ben altro esito. Che poi questo scorcio di biblioteca imbrianesca che sorregge la tesi storica, “preborgesianamente”, come è stato detto, mescoli edizioni false ma plausibili a edizioni vere ma improbabili, come può il povero lettore, impotente di fronte a tanto sfoggio di cultura, accorgersene? E così citazione dopo citazione libresca Cesare Borgia raggiunge il nuovo mondo e convince per amore la medusa azteca, la bellissima principessa che pietrifica chiunque la fissi negli occhi, Ciaciunena l’impietratrice, a essere strumento della sua vendetta e cambiare il corso storico delle cose italiane. Ma innamoratosi anche lui, l’audacia e la confidenza che anche come amante dimostra lo perde, e viene inavvertitamente pietrificato dalla fanciulla. Che disperata, vuole almeno portare a termine la vendetta dell’uomo che amava, e giunge in Vaticano alla presenza di Giulio II per pietrificare il papa e tutta la sua corte. Ma, com’è come non è, i suoi poteri lapidificatori decadono in questo emisfero e Giulio II scampa alla pietrificazione quanto al corpo; «quanto al cuore dell’augusto vegliardo, già da prima e da un pezzo era di sasso, di macigno, di scoglio», come lapidariamente – è il caso di dire – soggiunge l’explicit di questa serissima panzana. Neppure nel gioco letterario l’acre pessimismo d’Imbriani che colora di tragico il cinico e il beffardo della sua intuizione del mondo si placa. Né la storia d’Italia sa mutarsi in meglio e far pendere le sorti in favore della santa ambizione di Cesare Borgia d’unificarla. Sicché questa panzana che così bizzarramente illustra il suo pessimismo scava ben a fondo nelle scelte politiche d’Imbriani mettendo in luce e mostrando una delle convinzioni e degli atteggiamenti che infondono il suo spirito reazionario. (Fonte Wikipedia)







Il Beato Macario


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Al tempo dei tempi, quando ogni cosa era di bronzo — e, anche, i cuori e le facce degli uo-mini — scivolò all'onor del mondo un pargoletto, destinato dalla benigna sorte a mostrare esempio di rare virtù. Sin dai primi vagiti, difatti, l'eccelso personaggio, che doveva poi, col nome di Macario, vivere e morire diffondendo intorno a sé un acuto odore di santità, volle appalesare con chiari segni la propria missione opponendo un fiero corruccio agli osceni allettamenti dei sensi e rifiutando il latteo alimento sol perché offertogli in una coppa di carne nuda da una poco timorata nutrice. Con irati gesti e mugolii disapprovatori egli respinse, dunque, ben tre volte la coppa: e, forse, avrebbe prematuramente rinunciato a un'esistenza, che si rivelava piena di tentazioni peccaminose e di scandali, se la materna sollecitudine non si fosse affrettata a licenziar sui due piedi la proprietaria di un calice così dolce al tatto e così amaro per l'anima, e a comprare un biberone, che porgesse so-stegno e cibo alle ancor deboli forze del bimbo.