Glossario italiano tessile


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L'architettura italiana per la città cinese


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Sin dalla loro nascita, le Esposizioni Universali sono state lo specchio della visione di progresso del sistema economico mondiale. In origine, tale obiettivo veniva esplicitato attraverso rappresentazioni tese a celebrare la capacità dell'ingegno umano nel superare ogni vincolo che la natura gli poneva di fronte. L'Esposizione cinese è stata la più straordinaria mai realizzata sull'urbanizzazione, e ha lanciato al mondo, Italia compresa, una sfida cruciale: quale modello di città si può immaginare in un prossimo futuro? L'Italia ha colto questa sfida interpretando un Padiglione che sa di "città del futuro", intitolato "La città dell'uomo", in cui l'uomo torna ad essere protagonista, dove il concetto di vivibilità assume un ruolo predominante. Un edificio che ha utilizzato nuovi materiali eco-compatibili, rispettosi dell'ambiente, proiettati verso il futuro. Del resto, il tema stesso dell'Expo lanciava questa sfida. Un Padiglione che è subito assurto a simbolo del saper fare italiano rinnovando così nell'immaginario dei visitatori la tradizione dell'architettura espressa dall'Italia. Ed è stata sicuramente l'architettura una delle chiavi di lettura privilegiate dove ricercare nuovi germogli di fiducia del futuro. Un futuro in grado di immaginare le nuove comunità, le better cities e la sua better life in rapporto con il territorio e con il mondo. Per questo abbiamo voluto dedicare un intero mese della partecipazione italiana all'Expo di Shanghai proprio all'architettura. Nel mese di settembre, architetti e studiosi internazionali si sono confrontati sulle sfide dell'eco-compatibilità e dell'eco-sostenibilità. Nello stesso mese abbiamo ospitato la mostra "L'Architettura italiana per la Città cinese": un esempio concreto di quanto l'Italia possa dire e fare per spostare più in là l'orizzonte di un futuro in cui la ricerca di nuovi materiali ecosostenibili all'architettura, gioca un ruolo decisivo. Se qualcosa rimarrà di questa Expo dei record sarà anche l'immenso capitale umano e conoscitivo, che ha avuto modo di confrontarsi nel Padiglione italiano su temi attuali e urgenti, quali quelli ispirati dal tema generale dell'Expo, "Better city, Better life". Il successo della nostra partecipazione sarà ancora più importante se anche grazie alle nostre proposte, l'idea di una città e di una vita migliore sarà più chiara e realizzabile. Credo che in nessun luogo al mondo oggi più che in Cina ci si stia ponendo il problema della necessità di progettare delle città armoniche. Città ideali studiate fin dal principio per l'uomo. Città che non smettono mai di sorprendere, mescolando da sempre con equilibrio economia, capolavori architettonici, benessere, gusto, rispetto ambientale. Una città 'tipo' che l'Italia, più di altri, è in grado di proporre con forza, perché è proprio il nostro Paese e il nostro passato il punto da cui cominciare a guardare per trovare ispirazione. La nostra architettura è in grado di fornire le risposte giuste e ringrazio per questo gli architetti Franco Purini e Uberto Siola, curatori della mostra sull'architettura italiana per la città cinese che è stata l'occasione per condividere idee e progetti con i nostri amici cinesi e far capire loro che quello cui mirano - una città più armonica è la nostra città.







Profilo Italia


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Curating Italian Fashion


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Since the 2000s, fashion exhibitions have become some of the most popular displays presented in museums. Fashion brands celebrate anniversaries with blockbuster retrospectives and lavish catalogues, and increasingly exhibit archive pieces in their stores. Italy is a major player in the global fashion industry, yet little has been written about its contribution to fashion curation. This book explores the management, display and curation of Italian fashion heritage, highlighting the role played by companies and industry associations. By contextualising fashion curation within Italy's economy, culture and art-historical tradition, this book unfolds the ties between the preservation of fashion heritage and corporate policies. It traces the shift of companies from sponsors to cultural producers and discusses the different uses of archives and exhibitions. Through the critical analysis of key examples such as Salvatore Ferragamo, Pitti Immagine and Gucci, this book illustrates how the inevitable commercial interests underlying fashion curation can exist alongside the scholarly contribution of corporate initiatives. Most importantly, it defines the curatorial approaches developed by the involvement of the industry in fashion curation, thus providing an overarching interpretation of the characteristics of this practice in Italy. Matteo Augello provides an unprecedented insight into the management of Italian fashion heritage and presents a comprehensive account of the development of fashion curation in Italy, drawing from archival records, existing literature and oral history. This book is essential reading for scholars, industry professionals and students interested in the intersections of curation, heritage, national identity and corporate cultural policies.




The Silk Industry of Renaissance Venice


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How 16th century Venetian silk manufacturers met the challenge of demand for lighter and cheaper fabric. The manufacture of luxury textiles, such as silk, was central to an Italian Renaissance economy based on status and conspicuous consumption. From the rapidly changing fashions that drove demand to the jobs created for craftsmen, weavers, and merchants, the wealth and prestige associated with silk throughout Europe made it Italy's leading export industry. In this important book, Luca Molà examines the silk industry in Renaissance Venice amid changing markets, suppliers, producers, and government regulations. Drawing on archival research and a vast amount of European scholarship, Molà documents the innovations Venetians made in manufacturing and marketing to spur the silk industry. He uncovers the alliance between manufacturers and government to promote the industry in a changing international economic environment. Through flexible laws, quality was regulated to meet the varying requirements of an increasing range of customers. Molà also analyzes state policy that favored the development and organization of silk producers throughout the Terraferma. His findings contribute in an important way to the ongoing scholarly assessment of Venice's place in the economy of the Renaissance and the Mediterranean world.







The Battle of Konotop 1659


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Exploring alternatives in East European history. The battle that took place near Konotop in late June 1659 was a continuation of the Muscovite-Cossack war, which began in the fall of 1658, soon after the signing of the Union of Hadiach. Cossack and Tatar detachments trapped a significant portion of the Muscovite army, leading to enormous Russian losses.




Provence and the British Imagination


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Although it resonates today with lavender fields, sunny heritage locations and the gentrified memory of Paul Cézanne’s pictorial turbulence, Provence has not always been the attractive territory of pacified leisure and festival culture. Since the seventeenth century, indeed, the region has inscribed its shifting geography, complex politics and the extraordinary diversity of its land and seascapes in the perception and imagination of British visitors. In the steps of anonymous or excellent travellers, the chapters of this volume chart some of the most significant moments in the intercultural transactions between the proud linguistic and literary distinctiveness of the province on one hand and the always challenged and sometimes baffled perception of Anglophone (and Anglophile) visitors on the other. Spanning across two centuries, from the largely unknown pre-revolutionary Provence visited by John locke and tobias smollett through the Victorian paradise of popular tourism and finally to the more secret ‘homeland’ of Modernists, this volume reveals an unexpected Provence which, in oblique and complex ways, has long held a mirror to British culture and often acted as the laboratory of its artistic life.




L'omicidio seriale in Italia


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Manipolazione, dominio, controllo. La ritualità del delitto, quella sorta di celebrazione di una cerimonia orrida e oscura si ripete immutata, a volte anche per molti anni con un meccanismo ciclico. Il rituale del serial killer è un po' la sua firma, ciò che gli consente di trarre piacere dall'atto in sé e di conseguenza l'assassino seriale lo prolungherà il più possibile perché interrompendolo, il piacere potrebbe esaurirsi. Nelle più recenti statistiche mondiali nelle nazioni più colpite da questa forma di criminalità, l'Italia è collocata al quinto posto dopo Stati Uniti, Germania e Francia ma negli ultimi tempi la stampa, sembra attribuirgli il terzo posto. Nonostante l'ampiezza di tale fenomeno, fino agli anni Ottanta nel nostro Paese l'idea che si potesse uccidere senza altra motivazione che il denaro o la passione è stata vigorosamente contrastata. L'opera vuole proporre ai lettori, un lavoro di ricerca basato su fatti realmente accaduti, precedentemente studiato e servito da stimolo.