Quattro settimane nelle trincee


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Violinista e compositore austriaco, uno dei più grandi e famosi musicisti del suo tempo, Fritz Kreisler venne chiamato a servire il suo paese sul fronte orientale della Grande Guerra. Partecipò alla battaglia di Lemberg, in Galizia, una delle più cruente e sanguinose di tutto il conflitto e, dopo quattro settimane, venne ferito e congedato con onore. Dettò questo vivido ricordo delle sue avventure che rappresenta uno dei racconti di guerra più belli e toccanti che siano mai stati scritti. Il libro, che viene pubblicato in Italia per la prima volta, offre al lettore una prospettiva unica e una toccante presa diretta, quasi cinematografica, su quanto avvenne agli uomini e agli eserciti sul fronte orientale. ''Per ventuno giorni vissi senza mai togliermi i vestiti, dormii sull’erba bagnata o nel fango, o nella melma, e con niente addosso se non la mia mantella. Una notte, mentre dormivamo, ci inzuppammo fino alle ossa a causa di piogge torrenziali. Non uno di noi si mosse. Molte cose considerate necessità, semplicemente furono soppresse dalla nostra esistenza. Uno spazzolino da denti non era neppure immaginabile. Mangiavamo istintivamente con le mani. Sembravamo tanti lupi irsuti e magri. Ricordo di esser andato avanti per più di tre giorni senza mettere tra i denti un qualsiasi tipo di cibo, e molte volte dovemmo leccare la rugiada dall’erba per mancanza d’acqua. Una certa fierezza nasce in te, un’indifferenza assoluta per qualsiasi cosa il mondo possieda, tranne che per il dovere di combattere. Stai mangiando un tozzo di pane e un uomo viene ucciso nella trincea accanto a te. Tu lo guardi con calma per un attimo, e poi ti rimetti a mangiare. Perché non dovresti? Non c’è niente da fare. Alla fine tu parli della tua propria morte con così poco entusiasmo come lo faresti per un impegno a pranzo. Non c’è più niente nella tua mente, se non il fatto che orde di uomini a cui appartieni stanno combattendo contro orde di altri uomini, e il vostro lato deve vincere''. NOVITA’ EDITORIALE Il volume è stampato per la prima volta in Italia.




United Mine Workers Journal


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Esame di coscienza di un letterato


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Colpito da una pallottola in fronte a trentuno anni, durante la terza battaglia dell’Isonzo, Renato Serra non era consapevole del prezioso contributo che il suo approccio avrebbe dato alla nostra letteratura. Di indole pigra, inconcludente, scontroso, restio alle scadenze lavorative, d’animo riservato, scettico verso la comune opinione, Serra resta una delle figure più complesse del Ventesimo secolo. In lui c’è l’assidua ricerca di un’identità non soltanto letteraria, ma principalmente umana, che lo pone in uno stato di permanente disadattamento con la vita e con il mondo. Il suo è uno sguardo limpido e assoluto sulle cose, risolto con l’onesta lucidità intellettuale della ragione che si realizza in un’inesorabile incertezza dei principi capaci di governare le azioni umane. Esame di coscienza di un letterato riproposto in quattro lingue in un’unica edizione, è un discorso aperto sul senso di prendere parte alla guerra, sulla coscienza morale e sulla necessità di essere contemporanei. Abattu d'une balle en plein front à l'âge de trente et un ans lors de la troisième bataille de l'Isonzo, Renato Serra n'avait pas conscience de la précieuse contribution que son approche apporterait à notre littérature. D'un tempérament paresseux, peu concluant, grognon, peu enclin à respecter les délais de travail, réservé dans son esprit, sceptique à l'égard de l'opinion commune, Serra reste l'une des figures les plus complexes du XXe siècle. Il y a chez lui une recherche assidue d'une identité non seulement littéraire, mais avant tout humaine, qui le place dans un état d'inadaptation permanente à la vie et au monde. C'est un regard limpide et absolu sur les choses, résolu avec la lucidité intellectuelle honnête de la raison qui se réalise dans une incertitude inexorable des principes capables de gouverner les actions humaines. L'examen de conscience d'un homme de lettres, réédité en quatre langues dans une seule édition, est un discours ouvert sur le sens de la participation à la guerre, sur la conscience morale et la nécessité d'être contemporain.




La Rassegna italiana


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Dance, Human Rights, and Social Justice


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Dance, Human Rights, and Social Justice: Dignity in Motion presents a wide-ranging compilation of essays, spanning more than 15 countries. Organized in four parts, the articles examine the regulation and exploitation of dancers and dance activity by government and authoritative groups, including abusive treatment of dancers within the dance profession; choreography involving human rights as a central theme; the engagement of dance as a means of healing victims of human rights abuses; and national and local social/political movements in which dance plays a powerful role in helping people fight oppression. These groundbreaking papers--both detailed scholarship and riveting personal accounts--encompass a broad spectrum of issues, from slavery and the Holocaust to the Bosnian and Rwandan genocides to the Israeli-Palestinian conflict; from First Amendment cases and the AIDS epidemic to discrimination resulting from age, gender, race, and disability. A range of academics, choreographers, dancers, and dance/movement therapists draw connections between refugee camp, courtroom, theater, rehearsal studio, and university classroom.